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Cosa vedere a Calimera, nel Salento

Cosa vedere a Calimera, nel Salento

Dai musei al Monumento ai caduti: viaggio tra le vie di Calimera

A circa 15 km da Lecce si trova Calimera, un piccolo comune che offre ospitalità a meno di 8.000 abitanti. Il territorio su cui sorge fa parte dell'area nota come "Grecìa Salentina": a caratterizzarlo, ancora oggi, sono gli omaggi alla cultura greco-bizantina, diffusasi nella regione pugliese tra il VI e il XII secolo. Il nome Calimera deriva dalla parola greca "Kalimera", ossia "buongiorno". Tra chiese, musei e monumenti megalitici, una visita a questo paese può rappresentare l'occasione per rivivere un'epoca passata sorprendente, ricca di testimonianze storiche ed artistiche durante le vostre vacanze in Salento. Calimera offre, infatti, agli appassionati di musei, alcuni luoghi imperdibili, primo tra tutti il "Museo Civico di Storia Naturale del Salento", all'interno del quale vengono proposte al pubblico raccolte di botanica, affiancate ad altre collezioni dedicate a branchie come la paleontologia e l'ornitologia. Ulteriori sezioni del museo hanno per oggetto la mammologia, la mineralogia, l'embriologia e la malacologia; quest'ultima vede una ricca collezione di conchiglie mediterranee. Negli ultimi anni sono state allestite nuove sezioni, tra le quali si ricordano quelle di botanica e di astronomia (compreso un planetario). Ad aver contribuito alla fama della struttura, oltre ai reperti presenti, sono anche le attività collaterali come, ad esempio, la reintroduzione della fauna selvatica in ambienti naturali e la marcatura delle tartarughe marine. Non a caso il museo riveste anche la funzione di "Osservatorio Faunistico Provinciale" e può contare sull'operato svolto da un ambulatorio veterinario interno. Un museo di dimensioni contenute, ma altrettanto interessante, è la "Casa-Museo della civiltà contadina e della cultura grika". Tra le sue sale sono presenti oggetti d'uso quotidiano, ma anche testi autografi scritti in lingua grika. Vi sono inoltre custoditi alcuni lampioni, realizzati in carta velina, utilizzati il giorno della festa di San Luigi (il 21 giugno) per illuminare le vie centrali del paese. Chi si trova da queste parti per le vacanze estive ha l'occasione di prendere parte, nel mese di luglio, alla Festa patronale di San Brizio. Il patrono, allievo di San Marino e divenuto Vescovo di Tours, in territorio francese, ha vissuto parte della propria vita da uomo ricco, non disdegnando i piaceri e, in base alle informazioni raccolte in merito alla sua figura, non rimanendo estraneo ad episodi di violenza, salvo poi convertirsi. Una particolarità legata al Santo è la presenza di due reliquie, la seconda delle quali (un osso del cranio) è stata trasferita dal territorio francese alla Chiesa Matrice. La festa si svolge il 29 luglio, data nella quale ebbe luogo proprio la traslazione delle reliquie. Chi preferisce dedicarsi alle vacanze nel mese di Settembre, invece, ha l'opportunità di prendere parte alla "Fiera mercato della Madonna di Costantinopoli". In tale occasione, oltre a conoscere prodotti dell'artigianato locale, è possibile assistere ad alcuni spettacoli. Proprio in onore della Madonna, inoltre, è stata costruita una chiesetta nella zona di periferia. Altra attrazione di Calimera ad aver raggiunto un buon livello di popolarità è la stele funeraria in marmo bianco, ricevuta in dono dalla città di Atene nel 1960 e posta all'interno del parco pubblico. Raggiungendo Piazza dei Caduti, i turisti possono ammirare il Monumento omonimo, realizzato in bronzo e posto su un piedistallo in marmo di Carrara. Opera del Bertone, artista nato a Ruffano, nella provincia di Lecce, riporta i nomi delle vittime delle due Guerre Mondiali e rappresenta la "Vittoria".    

Le chiese e i dintorni di Calimera, tra dolmen e boschi

A caratterizzare Calimera è anche l'elevato numero di edifici religiosi. Il più importante è la Chiesa Matrice, nata, come già accennato, per rendere omaggio a S. Brizio. Realizzata nel 1689 sui resti di una chiesa di origine greca, dispone di una pianta a croce latina e di un campanile. Si trova in quella che è la piazza più importante di Calimera, Piazza del Sole. A poca distanza è possibile visitare la piccola Cappella del Crocifisso, in origine privata. Sono soprattutto gli interni a sorprendere, dove spiccano l'altare sormontato da un crocifisso in legno, opera risalente al '600, e la raffigurazione dei 4 evangelisti negli affreschi che adornano le volte. Occorre percorrere qualche metro al di fuori del centro abitato per arrivare al cospetto della Chiesa di San Vito. A renderla meritevole di una visita è soprattutto la presenza di un masso calcareo di grandi dimensioni, conosciuto come "Pietra forata" in virtù del foro di 30 centimetri che lo rende unico. Tale masso, e il foro corrispondente, erano legati ad un rito pagano al quale le popolazioni della zona ricorrevano per garantire a terra, piante, animali e donne, la fertilità. La tradizione deriva direttamente dal culto della "Grande Madre", divinità femminile rappresentante, in primo luogo, la fertilità e la rinascita spirituale. Ancora oggi, in occasione del Lunedì dell'Angelo (ossia il giorno successivo alla Pasqua), i residenti sono soliti raggiungere la chiesetta e scivolare attraverso il foro per guadagnarsi, attraverso il "rito del passaggio", fertilità, ricchezza e benessere. È stata proprio l'importanza raggiunta dal masso nel corso dei secoli a portare alla costruzione della chiesetta, avvenuta nel '500. L'edificio è circondato dal bosco di Calimera, nel quale si susseguono esemplari tipici della macchia mediterranea e filari di ulivi. Sempre a poca distanza dalla Chiesa di San Vito meritano di essere ricordate le cappelle dedicate a San Biagio e San Nicola. La prima è situata in aperta campagna, lungo la strada che conduce a Melendugno. L'area in cui sorge propone numerose testimonianze archeologiche risalenti al periodo storico compreso tra il II e il XV secolo d.C.  Calimera offre ai visitatori anche una serie di monumenti megalitici, comprensivi dei famosi dolmen. Questi ultimi rappresentano dei monumenti sepolcrali, e sono costituiti da diverse lastre (partendo da un minimo di 3) conficcate nel suolo, sulle quali sono poggiate in orizzontale una o più lastre di dimensioni maggiori. Il più noto della zona, a circa 3 km dal Paese, è il dolmen "Placa", raggiungibile percorrendo la strada che unisce Calimera a Melendugno. A caratterizzarlo è l'unica lastra posta come copertura, il cui perimetro tocca i 7 metri. La medesima strada conduce al dolmen Gurgulante; anche in questo caso è presente un'unica lastra, che sormonta le 7 pietre conficcate nel terreno.  

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